Una volta affrontato il passaggio più difficile (qui la parte 3, parte 2 e parte 1), pensavo ormai che fosse tutto in discesa.
Ho capito ben presto che non era esattamente vero, visto che sono sprovvista della giusta attrezzatura.
Ed eccoci alla momento da me più sottovalutato (riepilogo: parte 1 e parte 2): le maniglie.
Per quanto riguarda la loro progettazione, tutto liscio. Le volevo sagomate, in modo che la mano potesse tirar su il tutto comodamente, e le volevo decentrate, in modo da sostenere meglio il peso che sarebbe stato sbilanciato verso il fondo del contenitore.
Dopo aver passato la serata a prendere e riprendere misure (qui la parte 1 del progetto), avevo un’idea chiara al 70% di quale sarebbe stato il passo successivo.
Così ho preso la cassetta vuota della settimana precedente (qui la storia della cassetta), i miei fogli con calcoli e disegnini, e sono partita alla volta di Obi, che sapevo fornito di legno e soprattutto di servizio gratuito di taglio, che è la parte fondamentale.
Per la festa di pensionamento di un amico (ciao Piero!!) volevo fare qualcosa di particolare. So che i miei liquori gli piacciono, ma non volevo semplicemente regalargli una bottiglia.
Così ho iniziato un trip mentale che mi ha portato a concepire un progetto decisamente più grande di me
Io ho un problema con il rosmarino: ogni volta che mi imbatto in una pianta (o anche semplicemente in un rametto sfuso in un piatto, un cocktail, un vaso), non posso fare a meno di strofinarlo per sentirne l’odore. Trovo che abbia un profumo buonissimo!
Un giorno, in cui mi stavo compiacendo di quanto fosse cresciuta la pianta che abbiamo piantato nel verde comune del condominio, mi è venuto un flash: e se provassi a farci il liquore?