Una volta affrontato il passaggio più difficile (qui la parte 3, parte 2 e parte 1), pensavo ormai che fosse tutto in discesa.
Ho capito ben presto che non era esattamente vero, visto che sono sprovvista della giusta attrezzatura.
Ed eccoci alla momento da me più sottovalutato (riepilogo: parte 1 e parte 2): le maniglie.
Per quanto riguarda la loro progettazione, tutto liscio. Le volevo sagomate, in modo che la mano potesse tirar su il tutto comodamente, e le volevo decentrate, in modo da sostenere meglio il peso che sarebbe stato sbilanciato verso il fondo del contenitore.
Dopo aver passato la serata a prendere e riprendere misure (qui la parte 1 del progetto), avevo un’idea chiara al 70% di quale sarebbe stato il passo successivo.
Così ho preso la cassetta vuota della settimana precedente (qui la storia della cassetta), i miei fogli con calcoli e disegnini, e sono partita alla volta di Obi, che sapevo fornito di legno e soprattutto di servizio gratuito di taglio, che è la parte fondamentale.
Per la festa di pensionamento di un amico (ciao Piero!!) volevo fare qualcosa di particolare. So che i miei liquori gli piacciono, ma non volevo semplicemente regalargli una bottiglia.
Così ho iniziato un trip mentale che mi ha portato a concepire un progetto decisamente più grande di me
Finalmente è giunto (e passato) il periodo in cui fiorisce il sambuco!
Tutti gli anni mi riprometto di andare a prenderne i fiori per farne uno dei liquori preferito di mio babbo, quello ai fiori di sambuco, appunto.
La nepitella è una pianta che mi piace moltissimo, anche se in cucina non la uso praticamente mai, considerato che odio profondamente i funghi.
Nonostante l’avessi sul balcone, non mi era mai venuto in mente di farci un liquore. L’idea mi è nata, un giorno, mentre ero in giro a raccogliere roba: ho pestato involontariamente un gruppetto di nepitella ed è partita una nuvola di profumo talmente forte che me la sono sentita in bocca.
Proviamolo, questo liquore!
È da un po’ che in testa ho un’idea che ronza: fare un liquore con alloro e limone.
Quello di alloro e basta l’ho già fatto ed è di sapore molto forte, tanto che un mio amico (ciao Pippo!) dice che berlo “è come bere l’arrosto”. Accostandovi il limone, che sgrassa e può smorzare la freschezza dell’alloro con un po’ di acidità, dovrebbe venire fuori una bomba!
Una sera mi arriva un messaggio da una delle mie zie: “ho un bel po di limoni bio che mi ha portato un mio amico, li vuoi?”
La risposta non poteva che essere: DIAMINE!
L’altro giorno, quando ho cucinato i carciofi (parlo di questo), mi sono trovata con un sacchetto dell’umido intero pieno di loro scarti. Che fastidio dover buttare tutta quella roba!
Prima di infilare tutto nel cestino, ho pensato un attimo a come avrei potuto riutilizzare gli scarti. Sicuramente non li posso mangiare, ma se provassi a metterli in alcool? Alla fine un liquore al carciofo esiste già, magari salta fuori qualcosa di onesto.
Qualche giorno fa sono uscita di casa con uno specifico obiettivo: andare alla fiera dei fiori in città per comprare qualche seme e qualche pianta.
Ho girato in lungo e in largo, visto tutti i banchetti, esaminato tutti i fiori, parlato con tutta la gente possibile e poi ho visto lui, il banchetto calabrese.