Nella cassetta di questa settimana (qui la storia della cassetta) abbiamo delle novità: i friggitelli.
Come consuetudine con le verdure mai cucinate prima, inizio con una ricerchina veloce sul buon vecchio Google, che non va esattamente a buon fine, visto che mi propone ricette che richiedono ingredienti che non ho. E di andare al supermercato, a quest’ora, non se ne parla proprio.
Ma stasera mi sento ispirata, spengo il computer e inizio a fare di testa mia.
Anche se non li ho mai mangiati, sono praticamente dei peperoni, quindi immagino che si possano trattare come tali. Decido quindi di farci un sugo per la pasta, ma essendo sprovvista di qualsiasi tipo di legante, mi butto sull’accostamento peperoni-crema di patate.
Lo so, lo so, pasta con le patate non è il massimo dell’accostamento a livello nutrizionistico, ma tanto oggi a pranzo sono da sola e non devo tener conto di nessuno, a parte la mia coscienza, che approva tranquilla e paciosa.
Inizio pulendo i friggitelli e le patate. Tiro fuori anche il mio barattolino di pangrattato tostato, con l’intenzione di aggiungercelo a fine cottura.
E iniziano le distrazioni.

Suona il citofono mentre sto per mettere le patate in acqua bollente. Poco male, visto che a questo punto posso ancora fare pochi danni.
Una volta sbrigata la questione, metto finalmente a cuocere le patate e taglio a rondelle i friggitelli, messi poi in padella.

Una volta pronte le patate, le tolgo dall’acqua e faccio per ridurle ad una purea quando sento entrare qualcuno in casa: è il mio compagno, che ha deciso di tornare per pranzo, proprio oggi che ho previsto l’odiato connubio patate-pasta. Questo passa al convento, bello mio!
Nella sorpresa del ritorno e nel trambusto legato alla discussione su “non si mettono le patate nella pasta blablabla”, il cervello salta alcuni passaggi e mette le patate nella padella prima di renderle purea, solo un po’ schiacciaticce.

Ed ecco che mentre borbotto con dissenso, cercando contemporaneamente di schiacciare i pezzi di patate più grossi col cucchiaio di legno direttamente nella padella, squilla il telefono.
L’ultima parte della preparazione la devo quindi eseguire con un arto solo o a tratti con due ma col il collo in posizione orizzontale per non far cadere il telefono.
Va tutto abbastanza liscio, se non che mi dimentico completamente del barattolino con il pangrattato.
Alla fine, a parte gli errori causati dagli imprevisti, il risultato è venuto ottimo. Il pangrattato avrebbe dato una marcia in più…la prossima volta staccherò il telefono e proverò a ricordarmi di metterlo.

Sono molto buoni anche semplicemente tagliati a pezzi e saltati in padella con olio e aglio!
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