Una volta affrontato il passaggio più difficile (qui la parte 3, parte 2 e parte 1), pensavo ormai che fosse tutto in discesa.
Ho capito ben presto che non era esattamente vero, visto che sono sprovvista della giusta attrezzatura.
Ma partendo dal principio, ormai i pezzi sono pronti e dipinti, quindi devo solamente montarli.
Dopo aver fatto l’ennesima prova che tornasse tutto, sono andata a recuperare colla, martello e chiodi, che ovviamente non avevo in numero sufficiente e quindi ho usato quello che ho trovato. Un po’ come quando si fa la “pasta fantasia” con tutti i fondini di formati (e cottura!) diversi.
In mancanza di morsetti per tener fermi i pezzi ho usato un morsetto di carne, ovvero il mio compagno, che oltre ad avere le mani piccine è pure un ingegnere, per cui non molto efficiente come morsetto e diciamo “diversamente opportuno” per quanto riguarda la parte tecnica del montaggio: “ma non è meglio se usi le viti (che non abbiamo)?” oppure “ma davvero lo vuoi montare così?”. Non esattamente quello che si vuole sentire la sera prima della consegna dell’oggetto.
Per prima cosa, abbiamo incollato ed inchiodato la base, ovvero il fondo e i tre lati (il retro e i due pezzi con le maniglie). Fin qui tutto bene.
Poi siamo passati a lavorare sul piano rialzato dell’ultima fila di bottiglie, per il quale ho usato tre pezzi avanzati dal taglio che avevo provvidenzialmente fatto fare in più (perché non si sa mai), come sostegno al pezzo orizzontale. Ho pensato fosse necessario, visto che avrebbe dovuto sostenere il peso di 5 bottiglie da 350 ml di roba.

All’ultimo momento ho deciso di aggiungere una listarella sul bordo esterno, per assicurarmi che le bottiglie non cadessero. È stata un’idea semplice, ma di realizzazione un po’ intricata perché ho dovuto fare il tetris con i pezzi. Non potevo semplicemente inchiodarla alla base orizzontale perché avrei mangiato un centimetro allo spazio per le bottiglie, per cui l’ho inchiodata sopra all’ultimo pezzo di sostegno (quello colorato), che invece di finire sotto quello orizzontale è finito di lato. Poco male, visto che funziona lo stesso.

A questo punto mancavano solo il divisorio di bottiglie e bicchierini e la listarella che fa si che questi ultimi non caschino.
È stato un passaggio relativamente semplice, anche se sono comunque riuscita a sbagliare i conti e ho messo un paio di chiodi sbagliati. Meglio sbagliare nella parte più facile e risolvibile con poco, piuttosto che nel momento più critico con la possibilità di frullare tutto dal terrazzo per la frustrazione.

Concluso il montaggio, mancava solo da riempire le bottiglie e fare le etichette, incartare tutto e consegnare. Ho optato per etichette scritte a mano e super semplici, con solo il nome del liquore, la gradazione e l’anno, che fanno più “fai da te”.
Il pacco ha affrontato con eroismo più di 200 km di viaggio ed alla consegna era integro e intonso. È stato molto apprezzato, che è la cosa più importante di tutto questo progetto.

E per il prossimo pensionamento, che è a febbraio, cosa mi inventerò?